Mastoplastica additiva: le protesi mammarie sono pericolose per la salute?

@Fanbody - 16/02/2018

Protesi mammarie mastoplastica additiva La mastoplastica additiva è un intervento di chirurgia estetica che, negli ultimi anni, si è fatto sempre più popolare e richiesto. Il seno, classico simbolo di femminilità e bellezza, dev’essere perfetto, e ogni donna aspira al suo ideale di corpo armonioso senza disdegnare l’aiuto di un chirurgo. Quando si arriva al momento di prendere una decisione così significativa come quella di rifarsi il seno per aggiungere una taglia (o più), mille domande annebbiano la mente. Una su tutte riguarda le protesi, un corpo estraneo che andremo a inserire all’interno del nostro organismo.

Di che cosa sono fatte le protesi della mastoplastica additiva?

Le protesi mammarie, comunemente utilizzate nella chirurgia estetica per aumentare la taglia del seno – conferendogli una forma armoniosa alla vista -, offrono alla donna la possibilità di modellare un seno sgonfio o non più tonico e aiutano a ricostruire il seno dopo interventi di rimozione come la mastectomia. Esistono molti tipi di protesi attualmente in commercio, ma i più utilizzati sono due:

 

  • Protesi con soluzione salina: queste protesi posseggono un involucro di silicone riempito con una soluzione fisiologica sterile.
  • Protesi con gel di silicone: questa è la tipologia più comune di protesi esistente. Il silicone in gel che le riempie le rende molto coese e leggermente morbide.

 

Dietro ogni tipologia di protesi esiste una fitta regolamentazione che sancisce e tutela ogni passaggio della loro realizzazione, affinché possano essere sicure per l’utilizzo.

Le protesi mammarie sono pericolose?

Il livello di pericolosità delle protesi mammarie è fonte di grandi dibattiti all’interno dell’ambito scientifico. Esiste una teoria per cui le protesi di gel di silicone potrebbero originare malattie autoimmuni, ma gli studi scientifici fatti a riguardo hanno concluso che si tratta, di fatto, solo di una teoria. Tra i rischi noti c’è quello del rippling, ovvero l’increspatura della protesi che si avverte al tocco e risulta anche visibile: questo fenomeno ha varie cause, come le protesi troppo gonfie o troppo sgonfie, oppure la mancanza di tessuto di copertura. Il rippling può essere sistemato da un nuovo intervento e, in generale, non causa problemi di salute alla paziente.

La protesi in silicone si può rompere, ma la sua rottura non provoca fuoriuscita di sostanze pericolose. Si tratta probabilmente di una delle protesi più sicure e testate, e il silicone viene comunemente utilizzato in chirurgia per la realizzazione di componenti molto importanti, come per esempio i cateteri o i pacemaker. Un’altra possibile complicazione è la formazione di calcificazioni sulla capsula, provocate in concomitanza con la contrattura capsulare, che causa indurimento e potrebbe provocare problemi durante gli esami diagnostici. Tutti questi pericoli, elencati così, possono sembrare un rischio concreto: in realtà si tratta di fenomeni assai infrequenti che però devono essere tenuti in considerazione prima di procedere con l’intervento.

Normalmente una protesi dura dai 10 ai 15 anni, e nel 20% dei casi viene rimossa dopo questo lasso di tempo. La mastoplastica additiva è un intervento importante a cui bisogna sottoporsi dopo aver valutato con attenzione rischi e vantaggi, possibilmente insieme al chirurgo di fiducia.